“Se osserviamo un bicchiere di vino abbastanza attentamente vediamo l’intero universo. Ci sono le cose della fisica: il liquido turbolento in evaporazione , il riflesso sul vetro del bicchiere,e la nostra immaginazione aggiunge gli atomi” diceva Richard Feynman.
Arianna Greco, invece, con i suoi occhi color smeraldo, in ogni calice scorge una danza dionisiaca che guida sulla tela le sue pennellate. Arianna nasce in Salento 32 anni fa, terra del sole, del mare e del vento. Patria di tradizioni secolari, ventre materno di artigiani, superstizioni magiche e palcoscenico di danze popolari. Nella perla del mediterraneo, al tramonto, le spiagge si trasformano in teatri. Le giovani donne, a piedi nudi, rievocano antichi miti in una danza catartica e sensuale. Passione, partecipazione emotiva e sentire profondo l’hanno accompagnata sin da piccola spronandola a non lasciar sopita alcuna propensione del suo animo e guidandola alla scoperta della sua passione per l’arte.
“L’Arte, che sia danza, musica popolare, racconto, pittura, non va mai offuscata, essa serve ad alleggerire gli animi e a comunicare”.
Armata di valigetta e colori la piccola Arianna è sempre pronta a disegnare, a soli 11 anni abbandona pastelli, acquerelli e matite per passare a tela, colori ad olio e pennelli, sfoglia per ore libri d’arte, i suoi occhi instancabili vanno alla ricerca di soggetti sempre nuovi; dipinge il suo primo nudo di donna ad appena dodici anni e ancora lo osserva con occhi fieri e sognanti. Durante gli studi questa passione, però, rimane dormiente: il Liceo Classico prima, e la facoltà di Odontoiatria poi, non le permettono di dedicarsi pienamente alla propria creatività. Riprende nel 2010 con disegni a carboncino, tele ad olio e nel 2012 la svolta. Piano piano, con la sperimentazione di materiali sempre nuovi, la tecnica si affina, la sua identità prende forma, e nasce l’idea di utilizzare nelle sue opere un “materiale” tanto amato e celebrato quanto insolito e innovativo in quel contesto.
“L’Arte Enoica, L’Arte di dipingere col vino nasce due anni fa. Frequentavo una persona che tuttora si occupa di vino, prendevo parte a degustazioni, incontri con enologi e produttori, leggevo libri a tema e non volendo sentirmi estranea a quel mondo ho cercato di capirne qualcosa in più, di far mio ciò che catalizzava l’attenzione di tutti. Degustazione dopo degustazione ho colto l’aspetto cromatico del “Nettare di Bacco”, cangiante da vitigno a vitigno, da annata ad annata, da produttore a produttore, e l’ho fatto mio. Ho deciso di usare un Primitivo di Manduria su una piccola tela, come colore; pennellata dopo pennellata è venuta fuori l’immagine di una donna che osserva il calice avvolto dalle sue mani. Ho notato il cambiamento cromatico di quella tela, da un rosso violaceo, dopo un po’ di tempo, è diventata aranciata. Mai prima d’allora mi era capitato di veder cambiare un mio quadro e questo mi ha affascinata”.
Inizia a leggere, sperimentare e informarsi, si rivolge a enologi esperti e alla chimica; sulla tela il colore del vino cambia perché si ossida, e a contatto con l’aria accade molto più velocemente. Trova la soluzione in un fissativo ideato da un’azienda, che ne permette di bloccare il processo di ossidazione. Nelle sue opere Eros, Arte e Vino si incontrano, i suoi soggetti sono spesso donne seducenti, poco vestite, di una sensualità coinvolgente ma mai volgare. Occhi grandi, labbra carnose, seni abbondanti e corpi giunonici disegnano i ritratti delle donne di Arianna Greco, delineando un ideale di bellezza e sensualità ben distante dai corpicini esili che, quotidianamente, la società ci propone come standard da realizzare.
“L’Eros guida la vita dell’uomo, sia che si tratti di Eros Celeste che di Eros Terrestre, ed è un sentimento di una forza inaudita”.
I quadri di Arianna Greco raccontano l’Eros vissuto a 360°, in alcune sue opere omaggia l’amore vissuto da persone dello stesso sesso, in un’altra propone la rivisitazione moderna, con un nudo “trans” ,del vecchio mito platonico dell’Androgino, figura primordiale e originaria in cui uomo e donna coesistono. La tecnica si affina nel corso degli anni. Dapprima utilizza un unico vino, poi, approfondendo i suoi studi, inizia a conoscere il comportamento di ogni singola tipologia prevedendone l’evoluzione cromatica; non solo vitigni ma anche annate differenti. Ama i vini corposi come il primitivo di Manduria, Il Nero di Troia, Il Negroamaro.
Non disdegna Aglianico, Barolo, Sirah, Sangiovese e utilizza, in alcune sue opere, una particolare birra prodotta a Sorrento, il cui procedimento artigianale prevede la macerazione su bucce di limone. Due anni intensi. Mostre ed eventi si susseguono uno dietro l’altro. Inizia nel 2012 ad Ostuni collaborando con RAI2 in Sì Viaggiare e Affaritaliani. Ospite di Salvatore Ferragamo, espone e dipinge per un Maestro, che oltre ad essere un pionere nell’ambito della moda, custodisce un’antica passione per il vino: la Famiglia Ferragamo produce vini pregiati e colleziona opere dedicate a Bacco, il cui vasto repertorio vanta anche alcune incisioni del Mantegna. Nel novembre 2013 vola ad Hong Kong, si esibisce in quattro live di pittura con il Barolo osservata da spettatori attoniti e increduli che si avvicinano per annusare il contenuto dei suoi bicchieri; qui la creatività di Arianna viene accolta con entusiasmo e le sue opere diventano testimonial di una linea cosmetica a base di estratti d’uva. Idea che viene proposta, successivamente, anche a Milano durante la Fashion Week, in cui si trova a realizzare alcune opere presso lo Chateau Monfort, tuttora esposte nel lussuoso Hotel milanese. Non solo eventi mondani.
L’Arte Enoica incontra anche la cultura. Arianna realizza copertine di libri per registi, cantanti e uno scrittore appartenente al mondo del vino. I suoi quadri raggiungono importanti esposizioni, tra cui ricordiamo il Museo di Pulcinella ad Acerra in cui è custodito il suo “Pulcinella di…vino”. Entusiasmo, Felicità e Amore per il Bello prendono voce in questa intervista in cui , un’Arianna alla vigilia della sua mostra in terra leccese, ci parla con occhi lucidi e appassionati; a noi, “invidiosi” dei nostri fortunati connazionali, non resta che accoglierla e aspettarla in una delle sue prossime tappe nel capoluogo lombardo.
Federica Ielapi
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